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Recensione del libro “Nei colori del giorno”
giugno 5, 2007
Peter Handke, scrittore austriaco, nel suo saggio piuttosto breve tratta di vari argomenti. Il libro è strutturato in piccoli racconti autobiografici che narrano le esperienze di vita dell’autore immerso nei colori dei paesaggi che riassapora nella propria mente e che percorre nei suoi numerosi viaggi.
L’autore è totalmente rapito nel rimirare e si lascia stupire e stregare dalla montagna Sainte-Victoire, il monte provenzale tanto caro al pittore francese Cézanne che lo riprende più e più volte in molte delle sue opere.
Lo stile della prosa è leggiadro e poetico, ogni dettaglio lo attrae; oggetti, situazioni, divengono fonte di ispirazione di riflessione personale generando profonde senzazioni. Questa sorta di Traduzione-Tramite-Colori riconduce molto allo scrittore francese Marcel Proust il quale, in un racconto intitolato “Madeleine”, viene investito da un’ondata di ricordi passati scaturiti dal solo profumo di questo dolce tipico francese, la Madeleine appunto.
Handke si snoda fra ricordi di infanzia personali e continui riferimenti artistici, uno fra tutti Cèzanne (ma anche Hopper) le cui opere parlano all’autore con la forza delle forme e dei colori ispirandolo alla scrittura e spesso catturandone anche l’umore.
Il suo itinerario tocca anche Parigi, la Germania e la Repubblica federale, quest’ultime regioni più fredde e malinconiche in cui infine riesce a “ri-approciarsi” pacificamente.
Il saggio è ricco di giochi poetici, d’intrecci quasi metafisici e di connessioni primordiali che riaffiorano delicatamente con energie “colorate”. La descrizione appare nel complesso equilibrata dato anche dal sapore delle parole, mai troppo sensazionalistico ma estemamente esaustivo.
Nel complesso l’ho trovato un libro dal gusto originale e bello, dalle immagini fascinose regalate anche da questo scrivere intenso (che ricorda i poeti romantici) ma al contempo piuttosto chiaro e mai scontato o retorico. Veramente godibile.